Manipolazione emotiva? 8 modi per proteggersi.

Manipolazione emotiva? 8 modi per proteggersi.

Con il termine manipolazione emotiva si fa riferimento ai comportamenti che alcuni adottano, inducendo in noi emozioni negative e sensi di colpa. Di fatto, la manipolazione emotiva si manifesta in un vero e proprio ricatto emotivo e quando, per i più svariati motivi, iniziamo a cedere a questi ricatti, inizia un processo di regressione e perdita del sé. Il problema è che è sempre molto difficile rendersi conto di ciò che sta succedendo. Le persone manipolatrici emotive fanno provare alla loro vittima vergogna, la fanno sentire squilibrata e, soprattutto, colpevoli. Come ulteriore conseguenza, la manipolazione e la passività facilitano la caduta della vittima. Poiché dunque la manipolazione emotiva è particolarmente dannosa, vediamo insieme

8 modi per individuarla  e per imparare a proteggersi.

1. Essere onesti con un manipolatore emotivo non serve a nulla. Immaginiamo una situazione in cui affermiamo onestamente “sono molto triste, perché hai dimenticato il nostro anniversario”. A questo punto chi è bravo a manipolare le emozioni altrui, partirà con un discorso articolato e complesso a proposito del suo enorme dispiacere, non mancando di ricordarci il SUO momento critico, la sua sofferenza per questa o quella cosa, i suoi irrisolvibili problemi – di cuore, finanziari, di lavoro – facendo immediato appello alla nostra compassione. E il messaggio nascosto sarà del tipo “ma come fai a provare rabbia per me che ho tanti problemi? dovresti quasi vergognarti…”.

Se la nostra impressione è che il nostro interlocutore stia dicendo fesserie – per usare un eufemismo – allora, molto probabilmente sarà proprio così!

Proviamo a sentire la nostra “pancia” e facciamo attenzione al fatto che, chi manipola le emozioni altrui, se individuerà una strategia – un discorso, un argomento, una situazione – che ci aggancia e ci fa sentire in colpa, la utilizzerà continuamente contro di noi.  

2. Un manipolatore emotivo interpreta benissimo il ruolo del perfetto soccorritore. In qualsiasi momento ci troveremo nella condizione di chiedere loro qualcosa, la disponibilità sarà sempre totale! I problemi sorgeranno dopo! ricatto-emotivoNel preciso momento in cui ci troveremo a ringraziare per l’aiuto ricevuto, partiranno una serie di segnali verbali e non verbali che mirano a farci “capire”quanto impegnativo è stato aiutarci, quanto faticoso sia accorrere in nostro aiuto, quanto difficile sia dover pensare sempre a tutto… E a nulla servirà reclamare, dicendo che ci è stato offerto l’aiuto in modo spontaneo! Anche in questo caso, la contro-risposta del manipolatore sarà che certo che l’aiuto era spontaneo, e che solo una persona distante, fredda e irragionevole potrebbe non accorgersene – trappola emotiva fantastica: sei tu che non mi capisci e che non sei grato! Due regole per superare questa situazione:

  • quando ci viene offerto il loro aiuto, responsabilizzarli e chiarire il loro impegno;
  • chiedere anticipatamente e in modo esplicito “puoi farlo sicuramente? Non è che ti costerà troppa fatica?”

  3. Il manipolatore di turno, dice una cosa e poi afferma, giura e spergiura di non averla mai detta! La sua capacità innata consiste nel cambiare le carte in tavola in modo sistematico. Le sue principali capacità riguardano la razionalizzazione, la giustificazione e la spiegazione articolata di situazioni al limite dell’assurdo. Altra loro spiccata capacità è legata al mentire, mentire in modo sistematico e quasi patologico. Questi comportamenti ripetuti possono addirittura indurci a mettere in discussione la realtà… Perché non pensare di segnarsi tutto ciò che il manipolatore ci dice? Perché non usare un blocco di carta – o meglio lo smartphone – per segnarci cosa ci dice? Le sue rimostranze? Basta affermare che siamo talmente distratti in questo periodo… images-1 4. Parliamo ora di senso di colpa. I manipolatori emotivi sono esperti nel far nascere i sensi di colpa negli altri. La loro capacità è di farci sentire in colpa per aver detto – o non detto – qualcosa, per aver fatto – o non fatto – qualcosa, per essere troppo – o troppo poco – emotivi, per essere troppo – o troppo poco – generosi, e così via. Generalmente i manipolatori emotivi non hanno bisogno di esprimere i loro bisogni o desideri, perché li ottengono attraverso la manipolazione: se hanno bisogno di più attenzioni, gli è sufficiente far sentire in colpa “l’altro” per le poche attenzioni… In fondo noi tutti siamo pronti a far qualcosa per diminuire il nostro senso di colpa. Nasciamo con la necessità di farci accettare e di amare, e il senso di colpa va a riaccendere questi fuocherelli. Poiché il manipolatore emotivo è una perfetta vittima – della vita, del caso, degli altri, della moglie, del marito, dei figli, del capo – ispira facilmente negli altri il bisogno di cure e attenzioni. E qui, proprio qui che bisogna fermarsi! Proviamo a definire il confine tra noi e loro, tra loro bisogni e nostri bisogni. Invitiamoli a prendersi le loro responsabilità e liberiamoci dal senso di colpa: dobbiamo aiutare coloro che sono in difficoltà, non coloro che fanno della difficoltà di vita, un’arma per un ricatto emotivo.

La capacità umana di provare senso di colpa è tale che le persone riescono a sempre trovare il modo di incolpare se stesse. (Stephen Hawking)  

5. I manipolatori emotivi sono scorretti. E’ facile che non si occupino delle cose spiacevoli direttamente, ma le lascino fare agli altri. Il bravo manipolatore parla alle nostre spalle e induce altri a dirci ciò che non ha il coraggio di dirci direttamente. Saranno magari pronti a dirvi ciò che vorrete sentirvi dire, salvo poi boicottarvi in modo sottile: certo che sono  felice se riprendi a lavorare full-time! Salvo poi, alla prima occasione, rimbalzarvi contro, in modo subdolo, tutti gli scompensi che si sono verificati nel vostro menage familiare per la vostra scelta… images 6. Parliamo un po’ di malattie o fastidi fisici in genere. Se direte al manipolatore che avete mal di denti, sarà prontissimo a raccontarvi delle sue operazioni odontoiatriche o – cambiando soggetto – dei suoi terribili problemi alla schiena.

Il dato certo è che qualunque cosa voi avrete lui/lei avrà qualcosa più grave della vostra!

In questo spicca la loro innata capacità di attirare l’attenzione in modo quasi compulsivo. E se per caso si tenta di evidenziargli questo loro comportamento, incorreremo in accuse di egoismo, scarsa attenzione ai bisogni altrui, poca considerazione della sofferenza non nostra.  

7. I manipolatori emozionali in qualche modo hanno la capacità di influenzare il clima emotivo di coloro che li circondano. Quando un manipolatore emotivo è triste o arrabbiato tutti attorno a lui ne restano inquinati. Probabilmente, il diffondere le loro emozioni negative gli permette di sentirsi meglio, più inseriti e compresi e, soprattutto, più potenti e forti nei confronti degli altri. Passare troppo tempo vicino a questi portatori sani di cattivo umore ci rende co-dipendenti e invischiati in una situazione che facilmente ci trascina verso il basso. E ciò che è peggio, tendiamo a mortificare i nostri bisogni e le nostre sofferenze, ponendo il manipolatore al centro della scena.  

8. I manipolatori emozionali non hanno alcun senso di responsabilità. Loro non sono mai responsabili per il loro comportamento, ed è sempre “colpa di qualcun altro“. Uno dei modi principali per scoprire un manipolatore è notare come facilmente tenta di stabilire legami intimi, confidandoci informazioni profondamente personali in modo da attivare una strategia “ti-aggancio-così-hai-pena-per-me”. Certamente, in una fase iniziale, queste persone sembrano particolarmente sensibili e delicate. In realtà sono tutto tranne che vulnerabili e, se lasciate fare, si agganceranno a voi come sanguisughe, pronte a succhiarvi via linfa vitale. Impariamo duque a riconoscere queste persone e a tenerci a debita distanza da loro. E se proprio dobbiamo frequentarle perché legami stretti ci impediscono la fuga – genitori, fratelli, sorelle – cerchiamo di prenderli a piccole dosi. In fondo la nostra vita e il nostro benessere sono le cose più importanti che abbiamo. :)

tratto da THE MIND UNLEASHED

  • Alessandra

    Buongiorno, ho letto l’articolo e volevo chiedere: in un rapporto di amicizia frasi come “se sei davvero mia amica come dici, fai così”, “se mi vuoi bene, fai così/torna la persona che mi piace tanto”, “mi stai deludendo,pensavo mi volessi più bene di così”, “io non ho mai detto di esser perfetta, però”, “pensa come vuoi, visto che non mi credi” e dopo che tu rispondi “posso anche crederti ma vedo i fatti, che non sono molto diversi da come ho scritto”, sentir dire “non meriti altre risposte”… e simili come possono essere considerati? La ringrazio.

    Preciso che questo avveniva pressoché sempre quando cercavo di dire qualcosa che non mi andava, mentre l’altra persona diceva sempre cosa non le andava di me e asseriva di voler io facessi altrettanto.

    Cordiali saluti,

    Alessandra

  • Buongiorno Alessandra.
    Grazie per il tuo commento, molto interessante.
    In un rapporto di amicizia, frasi di quel tipo non dovrebbero esistere. Ognuno dovrebbe essere libero di dare e ricevere secondo le circostanze e le situazioni.
    Frasi come quelle che ci hai raccontato evidenziano sicuramente un tentativo di manipolazione (sicuramente inconscio) che non aiuta la relazione.
    Sarei curiosi di sapere come si è evoluta questa amicizia.
    E ricordati sempre: GLI AMICI SONO I PARENTI CHE TI SCEGLI DA SOLO. 😉