Vuoi raggiungere i tuoi obiettivi? Come mettere le gambe ai propri sogni.

Vuoi raggiungere i tuoi obiettivi? Come mettere le gambe ai propri sogni.

Quante volte ci siamo prefissati un obiettivo e poi non l’abbiamo raggiunto? Quante volte abbiamo deciso di iscriverci in palestra e ci siamo andati solo per qualche mese? Oppure ci siamo messi a dieta per almeno… una settimana?

E allora cos’è che non ci fa arrivare infondo? Cosa ci impedisce di realizzare i nostri obiettivi?

Partiamo da un presupposto: tutti abbiamo dei sogni. Di fatto i sogni ci aiutano a vivere; e non sto parlando dei sogni notturni, ma di quelli che facciamo ad occhi aperti, in modo volontario e consapevole. Alcuni psicologi annoverano i sogni addirittura tra i meccanismi automatici di difesa dallo stress. bridge-19513_1920

A parte tutto questo, personalmente credo che sognare sia utile soprattutto per permetterci di entrare in una dimensione fantastica che alimenta aspirazioni, desideri, ambizioni. Cos’è un essere umano senza questi tre motori? Considerando che questi elementi costituiscono l’essenza della speranza e che la speranza – in qualcosa, qualsiasi cosa – costruisce il nostro futuro, un essere umano senza questi motori è un essere umano senza futuro. E nessun essere umano sopravvive senza un futuro. 

Sognare quindi, aiuta ad alimentare la nostra mente e ci aiuta nel raggiungimento delle nostre mete.

 

Tuttavia la nostra mente non si nutre solo di positività. Anzi, esistono alcuni fattori limitanti che la influenzano in modo importante e ci proiettano in una dimensione negativa che, al contrario dei sogni e del senso di autoefficacia, ci zavorra e ci dirige inesorabilmente verso lidi oscuri e situazioni autolimitanti.

Quali sono i fattori che alimentano questo lato oscuro e ci impediscono di sognare?

Innanzitutto ci sono le credenze limitanti di cui abbiamo parlato qui.  Altro importante fattore limitante è il dialogo interiore negativo. Con questo termine si fa riferimento ai pensieri automatici che si formano nella nostra mente e che ci accompagnano sistematicamente. Conosciuto anche come self talk, ugualmente per il dialogo interiore, come per le credenze, esiste un aspetto che potremmo definire negativo ed uno positivo.

In pratica, dunque, credenze limitanti e dialogo interiore negativo, sono fattori che, nutrono situazioni autolimitanti che non facilitano lo sviluppo di aspirazioni, desideri e ambizioni e il raggiungimento di obiettivi. Infatti, al contrario della capacità di sognare e del senso di autoefficacia che alimentano la nostra forza proiettandoci in una dimensione fantastica positiva, queste zavorre ci ancorano e ci impediscono di progredire.

Ora però, dobbiamo imparare a mettere le gambe ai nostri sogni, per farli andare avanti.

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Avete mai incontrato qualcuno che, parlandovi dei propri obiettivi, vi dica che desidererebbe tantissimo aprirsi un piccolo bar su una spiaggia in Costarica? Bene, la prossima volta che vi capiterà fategli una semplice domanda: ma tu sai dov’è il Costarica? Secondo me non lo sa!

Naturalmente sto scherzando. Credo che ci siano persone che desiderano aprirsi un piccolo bar in Costarica e sappiano esattamente dove sia. Sono sicuramente pochissime, ma ci saranno, anche se io non le ho ancora incontrate 😉

Ma il punto è un altro: per queste persone, aprirsi un piccolo bar sulla spiaggia in Costarica e un obiettivo? Io credo di no. Forse potremmo definirlo un desiderio, una chimera, ma, qualunque cosa sia, probabilmente è destinato a rimanere tale!

In realtà, il mondo è pieno di persone che vivono la vita come una sequenza di eventi irrelati: nella percezione di costoro, la vita è scandita da sequenze casuali, spesso non governate dalla propria volontà. Gli obiettivi – le aspirazioni, i desideri, le ambizioni – che queste persone hanno, sono spesso fumosi e privi di qualsiasi fondamenta.

Il bar in Costarica, naturalmente, è solo un esempio, anche un po’ estremo. Ma anche dire frasi quali voglio cambiare vita, voglio migliorare, da domani cambia tutto, voglio di più dalla mai vita, voglio una relazione migliore, etc. sembra che esprimano obiettivi – e magari le persone li considerano tali – ma in realtà

non sono nulla di più di mere dichiarazioni di intenti prive di qualsiasi impulso e slancio.

Anzi, potremmo anche spingerci a dire che spesso questi pseudo-obiettivi servono alle persone solo ed esclusivamente per lamentarsi e dire di essere impossibilitate a fare ciò che vogliono. Queste persone non hanno veri obiettivi nella vita e vivono quindi sequenze casuali.

Mi preme a qubivio vitaesto punto, prima di proseguire, chiarire due concetti. In primo luogo, non c’è nulla di male a vivere una vita dettata da sequenze casuali, e priva di veri obiettivi di riferimento. Ci sono tantiss
ime persone che riescono a vivere benissimo in questo modo, e trovano forse uno spunto di felicità proprio in questo stile di vita. È una scelta, assolutamente rispettabile. Però, appunto, è una scelta. Intendo dire che l’importante è scegliere se avere obiettivi nella vita o non averli.

Non c’è una strada migliore dell’altra, ma l’importante è scegliere!

Naturalmente, sono assolutamente consapevole del fatto che nella vita esista anche l’imponderabile e che questo possa ostacolare il perseguimento dei nostri obiettivi. So benissimo, insomma, che avere degli obiettivi non equivale a raggiungerli. Ma sono altrettanto certo del fatto che

non avere obiettivi rende assolutamente impossibile raggiungerli.

Quindi, tra una probabilità – avere obiettivi e probabilmente raggiungerli – ed una certezza – non avere obiettivi e quindi non poterli raggiungere – personalmente credo sia più utile scegliere la probabilità.

 

Detto questo, è necessario cominciare col dire che se vogliamo avere obiettivi raggiungibili dobbiamo imparare innanzitutto a definirli nel migliore dei modi. Che cosa vuol dire definire un obiettivo? Vuol dire decidere il più precisamente possibile cosa raggiungere, formulando in maniera chiara e definita la meta.

A collage of two images showing giant female legs walking onto a tunnel-like forest path with light at the end

“Per favore, mi diresti come devo andare avanti?”

“In buona parte dipende da dove vuoi andare”, disse il gatto.

“Ah, veramente dove per me fa lo stesso”, disse Alice.

“Oh beh, allora è lo stesso anche come vai avanti”, disse il gatto.

(da Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll)

Quindi:

  • non “voglio perdere peso”, ma “voglio perdere x Kg”;
  • non “voglio cambiare vita”, ma “voglio uscire di più la sera e conoscere persone nuove”;
  • non “voglio migliorare il mio lavoro”, ma “voglio fare questo o quest’altro”;
  • non “voglio migliorare la mia persona”, ma “voglio essere meno aggressivo, o meno permaloso, o meno apatico”.

Di fatto, avere una meta chiara e precisa ci facilita anche nel percorso, poiché sarà più facile renderci conto se ci stiamo allontanando dal sentiero, dalla strada che avremo definito per raggiungere la meta.

Altro aspetto, poi, consiste nel definire tutti i passi che devo fare per raggiungere questo mio obiettivo. Cosa devo fare per uscire di più la sera e conoscere persone nuove? A titolo di esempio, immaginiamo:

  • tenere contatti sistematici con tutta la mia cerchia di amici;
  • riprendere contatti con vecchi amici che non vedo da tempo;
  • utilizzare di più i social network;
  • iscrivermi ad un corso di ballo, di cucina, di bricolage;
  • finire di lavorare prima la sera;
  • …..

 Se il mio obiettivo è perdere peso, allora probabilmente dovrò:

  • contattare un nutrizionista;
  • definire un piano alimentare;
  • decidere perché voglio perdere peso (non tralasciamo l’aspetto mentale);
  • definire definire una tabella specifica progressiva;
  • ….

 

drawing-board-670027_1920Tuttavia definirlo precisamente non basta. Scriviamo. Prendiamo carta e penna – sì, avete capito bene, ho detto carta e penna, non pc – e scriviamo qual è il nostro obiettivo.

E poi teniamo questo foglio scritto ben in vista sul nostro comodino – o da un’altra parte se preferite, purché alla nostra vista. Scrivere, in questo caso, aumenta il valore dell’impegno che prendiamo verso la vita e verso noi stessi. E, aggiungo: dopo averlo scritto, rivedetelo il giorno dopo per essere sicuri che corrisponda a ciò che volete.

Nei giorni successivi, rivedere quel foglio sarà un continuo ricordarci e rinforzarci verso il nostro obiettivo.

Un’altra cosa che è importante specificare a proposito della definizione dei nostri obiettivi, è che essi dovranno essere sempre formulati in termini positivi – cioè senza negazioni e possibilmente senza il riferimento a ciò che vogliamo cambiare.

Provate a pensare: se vi dicessi “non pensate ad un elefante rosa con un grande cappello a cilindro sulla testa”, sicuramente in questo momento la vostra mente si è focalizzata esattamente su quest’immagine.

Poiché invece, dovremo far di tutto per focalizzare la nostra mente verso ciò che vogliamo raggiungere – e non verso ciò da cui stiamo fuggendo – sarà dunque più utile definire, come obiettivo, voglio una casa in collina con un bel giardino, piuttosto che non voglio più vivere nella mia casa; allo stesso modo, invece di non voglio più questo lavoro, diremo voglio un nuovo lavoro che … etc.

Erfolgreich Ziele erreichenNaturalmente, nella definizione dell’obiettivo sarà importante essere ambiziosi, ma realistici: Se ho cinquant’anni e sono un normale impiegato, fissare come obiettivo voglio diventare AD della FIAT anziché voglio cambiare lavoro, non mi aiuterà certamente a raggiungerlo: definito è più che definito, ma è chiaramente irraggiungibile.

Cosa vuol dire allora ambizioso ma realistico? Ambizioso significa che dobbiamo definire un obiettivo che soggettivamente viviamo come un miglioramento, un passo avanti. Realistico significa che, con i mezzi a nostra disposizione e considerando l’uso del buon senso, stiamo parlando di qualcosa che sia possibile realizzare.

Poiché tutto però nella vita ha un costo, nello stesso momento in cui scriviamo il nostro obiettivo, dobbiamo definire, e scrivere, anche a cosa siamo disposti a rinunciare per raggiungere quell’obiettivo.

Infatti, qualsiasi obiettivo desideriamo raggiungere, dovremo sacrificare qualcosa. Se il mio obiettivo è avere una promozione al lavoro, probabilmente sarò costretto a lavorare di più o a stare più tempo in viaggio, lontano dalla famiglia; oppure se il mio obiettivo è perdere peso, allora sarò costretto a non mangiare cose che mi danno particolare piacere; se voglio migliorarmi come persona, dovrò impegnarmi e gestire meglio le mie emozioni, e così via.

Siamo consapevoli che dovremo fare dei sacrifici o rinunciare a qualcosa? A cosa? Siamo pronti? Bene, allora scriviamolo. Sarà un’altra parte dell’impegno con noi stessi.

 

Consideriamo ora l’elemento tempo

Avere una scadenza costituisce un elemento fondamentale per il raggiungimento di obiettivi, siano essi personali o professionali.

 

Hand with stopwatch, paper documents stacked in archive

Avere una scadenza, delimitare il tempo dell’attività, definire la data entro la quale si vuole raggiungere l’obiettivo prefissato, e ricordarselo sistematicamente, aiuta la mente a predisporsi nel migliore dei modi.

Quindi non diremo voglio cambiare città prima o poi, ma entro la fine dell’anno voglio cambiare città; non diremo farò un viaggio in America Latina, ma entro la prossima estate voglio fare un viaggio in America Latina; non diremo scriverò la relazione quando sarò pronto, ma scriverò la relazione entro il mese prossimo; e così via.

A questo punto la meta è definita. Abbiamo obiettivi:

  • chiari, specifici e definiti;
  • scritti;
  • formulati in termini positivi;
  • ambiziosi, ma realistici;
  • di cui conosciamo il prezzo da pagare;
  • con un tempo definito, una data limite, anche per eventuali sotto-obiettivi.

 Ora siamo pronti a partire.

Però…

Quando si affronta un lungo viaggio, uno dei rischi maggiori che si corre – soprattuto quando non si ha sottomano un navigatore satellitare – è di smarrire la strada.

Perseguire ed infine raggiungere i propri obiettivi, soddisfare le proprie aspirazioni, i propri desideri, le proprie ambizioni, in fondo è un po’ come affrontare un lungo viaggio: la strada è lunga, il cammino tortuoso, e spesso la meta non si vede.compass-390907_1920 (1)

Per essere dunque certi di arrivare in fondo, oltre ad utilizzare tutti gli strumenti di cui abbiamo parlato sinora, diventa necessario non perdersi per strada. Fuor di metafora, per il raggiungimento degli obiettivi, non perdersi per strada equivale a:

  • non perdere di vista l’obiettivo;
  • definire, controllare e rispettare le scadenze;
  • rimodulare o cambiare la strategia ed eventualmente la tattica;
  • premiare i successi;
  • analizzare gli errori e superarli.

Per fare tutto questo, sarà necessario pianificare e controllare, pianificare e controllare, pianificare e controllare ancora.

Non stanchiamoci mai di organizzare le nostre cose.

Come ultimo aspetto, vorrei definire l’importanza di tenere un diario legato allo sviluppo dei nostri obiettivi.

Di primo acchito questo può sembrare impraticabile in un tempo in cui il tempo è sempre poco.  Tuttavia, se non possiamo ricavarci cinque minuti al giorno per riflettere e scrivere poche righe, beh, vuol dire che siamo mesi piuttosto male!

Scrivere un diario, nel senso letterale del termine, ha una serie di effetti:

  • ci permette di monitorare in modo preciso l’andamento di ciò che stiamo facendo;
  • può avere un effetto importante sulla nostra autostima e sul nostro senso di autoefficacia scrivere e rileggere successivamente dei progressi in corso;
  • scrivere ciò che si deve fare – anche le piccole azioni che fanno parte del nostro obiettivo – è un po’ come farsi una promessa: verificare per iscritto gli eventuali non avanzamenti, ci spronerà maggiormente;
  • scrivere, è tanto impegnativo quanto terapeutico poiché il valore della riflessione che attiva la scrittura stessa, non è neanche paragonabile ad una pseudo-riflessione che possiamo mettere in atto quando siamo in tutt’altre faccende affaccendati.

 

In conclusione, credo sia utile sottolineare, che il raggiungimento degli obiettivi, di qualsiasi tipo essi siano, richiede comunque grande applicazione, metodo, sistematicità.

In un libro famosissimo, due ricercatori intervistarono migliaia di milionari americani che si erano fatti da sé, chiedendo loro a cosa attribuissero il proprio successo.

L’85% di essi ammise di non essere più intelligente o capace degli altri, ma di aver lavorato molto più duramente di chiunque altro e per un periodo di tempo assai più lungo.

E potrei anche aggiungere, come mi ha suggerito qualcuno un po’ di tempo fa, che solo sul dizionario la parola successo viene prima di sudore. Nella vita è un po’ diverso. 😉